Conad da anni sostiene e promuove varie iniziative culturali, testimoniando come il privato possa essere parte integrante di ogni evento che si riveli un elemento chiave nello sviluppo del territor...
Conad da anni sostiene e promuove varie iniziative culturali, testimoniando come il privato possa essere parte integrante di ogni evento che si riveli un elemento chiave nello sviluppo del territorio, in termini turistici.
E’ il caso della mostra Moreno Bondi. La luce e l’ombra di Caravaggio nel contemporaneo, ospitata a Palazzo Venezia, Roma, dal 21 marzo al 25 aprile 2012. Quello di Conad con la cultura è un rapporto diretto, ma che coinvolge anche i soci delle otto cooperative del gruppo distributivo, sempre disponibili ad essere attori della promozione culturale dei luoghi e delle comunità in cui operano. Nell’Italia delle tante culture e di altrettanti spiccati localismi, Conad si rivela un soggetto imprenditoriale capace di una forte coesione su eventi importanti nel panorama culturale del Paese. Cultura non solo del benessere, bensì anche dello spirito, come la mostra di Palazzo Venezia intende essere.
Sempre più il legame con il territorio e con le comunità locali è uno strumento importante per valorizzare l’attività dei soci e essere a fianco dei cittadini, alimentando e valorizzando non un semplice consumo di cultura bensì la condivisione partecipata di eventi prestigiosi in cui Conad vuole fare la propria parte. E’ il caso di Umbria Jazz, il più importante festival musicale di jazz che si svolge ogni anno a Perugia, e di tanti altri eventi culturali, anche di minore importanza, che vedono i soci impegnati in prima persona. “Abbiamo aderito all’invito ad essere sponsor della mostra Moreno Bondi. La Luce e l’ombra di Caravaggio nel contemporaneo perché crediamo che ridistribuire parte dei nostri utili sul territorio sia un modo per assicurare un futuro alla cultura e, al contempo, contribuire a sostenere l’economia nazionale”, sostiene il direttore marketing e private label di Conad Giuseppe Zuliani. “Sarebbe auspicabile che tante aziende italiane decidessero di investire in tal senso, in modo da sottrarre il nostro Paese ad una deriva che lo sta portando, senza sussulti, verso la trascuratezza e la rovina del bene culturale comune”.
