Federica Marinucci è Socia di Conad Adriatico, Cooperativa del Consorzio Conad che abbraccia Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, una parte delle Marche, oltre che essere attiva nei mercati balcanici (Albania e Kosovo).
Gestisce il punto vendita di Sulmona nel contesto di una attività imprenditoriale famigliare che vede la conduzione di 9 punti vendita tra le province di L’Aquila, Chieti e Pescara, un distributore di carburante ed altre attività agroalimentari.
Qual è la tua storia con Conad?
Sono in realtà la terza generazione, nel senso che svolgo questa attività grazie all'intuizione di mia nonna che lavorava in fabbrica e a un certo punto decise che doveva dare una prospettiva lavorativa ai suoi cinque figli. Ha rilevato quindi un alimentari, lei che veniva comunque da un mondo agricolo. La sua determinazione le ha fatto superare gli ostacoli di un mondo che non conosceva e alla fine degli anni 80 ha fatto l'ingresso in Conad, pur mantenendo sempre tutta la parte dell'allevamento e dell'agricoltura.
Quindi le tre attività sono andate in parallelo. A queste abbiamo poi aggiunto un caseificio, un laboratorio di trasformazione salumi e formaggi, un laboratorio di pasticceria, uno Spazio per eventi ed un agriturismo di montagna.
Che rapporto hai con l’insegna?
Abbiamo fatto nostro il legame con certi valori che ci derivano dall’eredità famigliare e che poi abbiamo ritrovato in Conad. Mia mamma prima di andare a scuola andava alla stalla. Come terza generazione abbiamo accolto questa sfida… perché poi potete immaginare che avendo una nonna così, una mamma così, degli zii così… Ci sentiamo anche tanta responsabilità rispetto a quello che si è costruito in anni. Per certi versi una volta era più facile da un punto di vista dell'iniziativa imprenditoriale. La concorrenza era meno spietata e limitata al tuo territorio. Adesso siamo in concorrenza con il mondo!
In cosa si distinguono i tuoi punti vendita?
Disporre della parte di produzione “in casa” è stato un po’ da sempre il nostro filo conduttore e anche il nostro punto di forza. Una buona parte dei nostri prodotti all'epoca - e tutt'ora - provengono dai nostri allevamenti e dai nostri laboratori di trasformazione. Per cui rappresentiamo un'intera filiera. Questo continua ad essere un valore aggiunto rispetto a una proposta commerciale che altrimenti rischia di essere molto livellata e uniforme su tutto il territorio nazionale.
Che valore date alle persone, alla relazione?
Siamo molto, molto convinti che sia determinante lavorare sulle persone, offrendo qualcosa che l'esperienza virtuale non può raggiungere: il rapporto umano.
Anche l’uso della tecnologia – come il CRM – serve ad estendere e rafforzare questa componente, creando una esperienza di spesa sempre più personalizzata.
Da qualche annetto ci siamo anche incentrati su tutta la parte di gestione delle risorse umane e abbiamo strutturato una scuola di formazione interna, l’Accademia del Gusto, per potenziare le competenze professionali, umane e relazionali dei nostri collaboratori e collaboratrici. Vogliamo dare vita a una leadership plurale, servono persone che facciano da punto di riferimento. Tante responsabilità messe insieme che hanno un obiettivo comune. Poi c’è la comunità. Grazie all’esempio di nonna, abbiamo da sempre una forte
sensibilità sociale, per questo a livello aziendale ci siamo dati come linea guida quella di sostenere iniziative culturali o sportive sul territorio.
Ad esempio penso al legame molto forte che si è creato con l’Avezzano Rugby (che gioca in A2), di cui condividiamo i valori. Sosteniamo iniziative teatrali, musicali, rievocazioni storiche -come la Giostra Cavalleresca di Sulmona- affinché il territorio si possa mantenere vivo.
Tante sono le iniziative con le scuole basate sull'importanza del consumo di prodotti sostenibili. L’iniziativa che più mi inorgoglisce è OVER: un’esperienza formativa pratica nel contesto aziendale di sei persone con disabilità fisica e/o psichica, utenti della Cooperativa Horizon Service. Il Progetto, giunto alla seconda edizione, è occasione per i ragazzi e le ragazze di sperimentare le proprie competenze e per i/le dipendenti di conoscere, affrontare e gestire la diversa abilità nel contesto lavorativo.
Che ruolo ha la sostenibilità nella vostra visione?
La nostra attenzione alla sostenibilità è di lungo periodo e dall'anno scorso stiamo ancora di più sperimentando il nostro impegno. Da più di 15 anni nei nostri punti vendita mettiamo a disposizione dei clienti gli imballaggi. Pensate che le cassettine di legno della frutta d'inverno vanno a ruba perché ci accendono il camino. Abbiamo dei raccoglitori per le pile esauste, per i farmaci esausti, per gli oli esausti. Ad inizio 2024 in collaborazione con Conad e con il consorzio Coripet, abbiamo installato dei nuovi eco compattatori per il recupero delle bottiglie in PET conferite dai clienti a fronte di buoni spesa.
Attraverso il modello di riciclo “bottle to bottle”, le bottiglie usate in pet vengono raccolte per essere avviate a riciclo e garantire R-PET (PET riciclato) italiano per produrre nuove bottiglie da immettere sul mercato. Nel solo anno 2024 sono state raccolte circa 2.000 chili di bottiglie. Il loro recupero e il successivo riciclo ha evitato l’emissione di circa 2.400 chili di anidride carbonica nell’atmosfera: l’equivalente delle emissioni di un’auto che percorre circa 15.000 chilometri!
L’impegno per la sostenibilità non è opera di navigatori solitari, ma necessita della forza del noi e di un forte senso di consapevolezza e corresponsabilità.
Ecco perché da febbraio 2025 abbiamo individuato in ogni centro di produzione un “referente della sostenibilità” che possa raccogliere stimoli e idee sempre nuove.
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