Norma Perrotta è Socia di PAC 2000A, la più grande Cooperativa del Consorzio Conad, per dimensioni e fatturato, con una rete di vendita che si estende su 5 regioni: l’Umbria, il Lazio, la Campania, la Calabria e la Sicilia. Norma gestisce cinque punti vendita a Cosenza, con metrature da 600 fino a 1500 mq.
Qual è la tua storia con Conad?
Con la mia famiglia siamo in Conad da quasi trent’anni. Il mondo dei supermercati arriva dalla famiglia di mio marito. Io dovevo fare tutt’altro: ho studiato chimica e tecnologie farmaceutiche, volevo diventare ricercatrice. Ma la vita è imprevedibile… Ed è qui che entra in gioco mia cognata, che ha avviato tutto e purtroppo ci ha lasciati prematuramente nel 2015. Lei mi ha convinto a entrare in questo mondo. All’inizio non è stato facile: io leggevo meglio le formule chimiche che non il significato di “IVA” o “margine”. È stata una sfida, ma ho imparato con impegno e passione. Oggi siamo una bella realtà, con cinque punti vendita conosciuti da tutti a Cosenza.
Che rapporto hai con l’insegna?
Sono fiera di farne parte. Ogni tanto con mio marito diciamo: “Andiamo in pensione?”. Ma ci dura due minuti. Al terzo siamo già lì a pensare se ampliare, aprire, rilanciare… L’ultimo punto vendita lo abbiamo aperto nel 2019. Ora vorremmo svilupparlo, magari aggiungere la parafarmacia. L’insegna conta tanto: Conad è sinonimo di serietà. Ma la differenza la facciamo anche noi, nei nostri singoli punti vendita.
Il cliente deve sentirsi importante. Se non sente accoglienza, andrà altrove.
In cosa si distinguono i tuoi punti vendita?
Quando parliamo di iniziative, è giusto che siano uguali in tutti i Conad: il cliente deve trovare gli stessi servizi ovunque, da Cosenza a Roma. Ma la differenza la fa il tocco personale.
Io credo che ci distinguiamo nel modo in cui ci rapportiamo con il cliente, nella cura dell’ambiente, nella gentilezza. Lavoriamo su dimensioni che ci permettono di conoscere quasi tutti i clienti e tutti i collaboratori. È come una bottega di una volta, ma dentro una realtà molto più grande.
E oggi, con una società più stressata e frenetica, il supermercato diventa anche un luogo dove le persone si sfogano. Noi dobbiamo essere bravi ad accogliere, assorbire e rispondere con empatia. Teniamo molto alla comunità. Abbiamo sostenuto l’ospedale pediatrico di Cosenza, che è un tasto
delicato per il nostro territorio.
Anche l’iniziativa per le associazioni sportive è andata alla grande. Sono attività che ci avvicinano alla nostra comunità. Sono fondamentali.
Quali cambiamenti vedi nelle abitudini di acquisto?
Seguiamo le indicazioni della Cooperativa, che ha introdotto servizi nuovi: l’e-commerce, che dopo il boom Covid continua a funzionare, e soprattutto il CRM.
Grazie a questo strumento, possiamo proporre offerte mirate, pensate sul singolo cliente. Perché sono tutti diversi. C’è chi compra solo proteico, chi solo light. Non puoi trattarli tutti allo stesso modo.
Quanto pesa il territorio nella vostra proposta?
Cerchiamo di valorizzarlo al massimo. Collaboriamo con piccoli produttori locali, stringiamo rapporti e contratti. Così sosteniamo l’economia del territorio, creiamo benessere, generiamo una forma concreta di sostenibilità economica. E questo si collega anche alla sostenibilità ambientale e sociale.
Dobbiamo agire oggi senza compromettere il futuro. E per farlo servono equilibrio, responsabilità e consapevolezza.
I clienti quanto sono sensibili a questi temi?
Molto, se li accompagniamo. Penso ai prodotti locali: sì, costano un po’ di più, ma spetta a noi far capire il loro valore. Oppure all’iniziativa con Coripet: il cliente riceve un buono se ricicla le bottiglie. Non lo vedo come una perdita, ma come un investimento. Se crediamo davvero nella sostenibilità, dobbiamo agire di conseguenza.
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