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L'andamento della GDO italiana

GDO italiana: andamento tra inflazione, crescita e caro energia


Nel 2022 la GDO italiana fa registrare una crescita delle vendite, che segnano un +6,7% rispetto all’anno precedente secondo quanto emerge dalla nuova edizione dell’Osservatorio sulla GDO italiana e internazionale a prevalenza alimentare realizzata dall’Area Studi di Mediobanca.

Su base annua, dalle osservazioni di NielsenIQ, la flessione dei volumi di vendita è stata impercettibile, rispetto al 2021: solo -0,3%.

I dati mensili, tuttavia, mostrano come i volumi siano entrati in territorio negativo da ottobre. Dopo l’estate, infatti, l’aumento dei costi energetici e l’inflazione vicina al 10% ha comportato una diminuzione dei volumi a compensare l’aumento dei prezzi. 

I canali

Tra i canali distributivi il supermercato resta il canale predominante con il 40% di share e con una performance positiva in termini di fatturato del 6,7% sul 2021, che rispetto al pre-Covid gli permette di guadagnare 2% di share.

Il discount, con quota in valore del 21%, guadagna il 3% rispetto al 2019 in share con fatturati incrementati quasi del 41% in tre anni e dell’11,7% solo nell’ultimo anno. Secondo l’osservatorio sull’inflazione di Nielsen però il discount è anche il canale dove l’inflazione è più alta (+20% a inizio ottobre).

Il piccolo dettaglio tradizionale cede due punti della quota di share nel 2022 rispetto al pre-pandemia e con fatturati in flessione anche sui due anni precedenti: -5,4% nel 2022 dopo il -5,7% del 2021. Anche il libero servizio o superette (superficie di vendita inferiore a 400 mq), malgrado il lieve aumento dei fatturati (+3,2%) perde quota rispetto al pre-Covid in termini di share (-1%).

Gli ipermercati, malgrado la discreta performance in termini di fatturato (+7,7% sul 2021), perdono l’1% nello share delle vendite in valore rispetto al 2019, passando dal 24% al 23%.

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I canali digitali


Cala anche il numero di famiglie che per fare acquisti alimentari utilizza il canale digitale (-8,8% il numero di famiglie acquirenti online, -3,3% il valore della spesa su questo canale): dopo il boom del 2020 e 2021, infatti, la scelta del canale fisico torna a prevalere su quasi un milione di famiglie che nel 2021 avevano utilizzato il canale digitale.

Restano comunque buone le performance relative ai prodotti confezionati per i quali le vendite segnano un +4,4% in valore. Gli acquisti attraverso canali digitali restano comunque superiori del 125% rispetto al periodo pre-Covid, rappresentando circa il 3% del valore degli acquisti retail omnichannel. L’incidenza delle vendite in promozione (totale Italia) è scesa al 23,7% contro il 25,2% di dodici mesi prima: i punti vendita, a fronte di una diminuzione dei margini, hanno ridotto le promozioni.

Un’ulteriore evoluzione riguarda le MDD, che da brand unico con il nome dell’insegna sta diventando sempre più una gamma di prodotti riconoscibile a tutti gli effetti come brand dell'industria di marca. Il consumo di prodotti a “marca del distributore” raggiunge a settembre del 2022 il 30% sul totale food (inclusi i discount), mantenendo stabile la crescita di questa categoria che in altri paesi ha già toccato il 40%.